difficoltà: alta
rischio: variabile
indispensabili: rivedersi Psycho di Hitchcock, Zelig di Woody Allen, Taxi Driver di Scorsese. Se non li hai già visti, vai a farti un bidet col Minipimer.
funziona bene con: egocentrici, esibizionisti, logorroici, saccenti, perdenti, complulsivo-ossessivi, ciclotimici, Vittorio Sgarbi, nudisti, nerd e videogamer, entomologi, becchini, monache di clausura, colonie di batteri.
Se il tuo soggetto non rientra in questa descrizione, osservalo meglio:
o è un cactus, o un colapasta.
©Marina H. Rukarijekic
Ho scattato questa foto in un monastero dalle parti di Lucca.
Mentre io snocciolavo mentalmente gli immortali "Like a Prayer" e "Papa don't Preach",
Suor Bernarda Maria mi spiegava come essere più vicina a Lei.
In capo a qualche ora eravamo al caffé e biscottini nella cucina del monastero, insieme a una sua simpatica collega artritica.
Più del catechismo e delle immaginette è valso il loro magnifico Espresso con le Macine, che mi ha avvicinata non poco al cattolicesimo.
Una merenda così, è senza dubbio cosa buona e giusta.
E cosa buona e giusta è stata recuperare con loro le ore perse alle medie nell'aula alternativa, (che di alternativo a quella di religione aveva solo un neon in meno e due scarafaggi in più).
Se vi state chiedendo come sia possibile fotografare qualcuno che dovrebbe mostrarsi solo attraverso una grata, osservate la mia trasformazione.
Da atea sospesa al liceo per aver buttato giù il crocifisso a colpi di UniPosca, a gnostica simpatizzante cattolica.
Sono personaggi non convintissimi che farsi immortalare adesso sia una buona idea.
Per ottenere un ritratto posato da qualcuno di "difficile", fate come me: somigliategli.
Trovatevi punti in comune con lui.
Trasformatevi, come Zelig.
Pensateci; in fondo, se volete che ti raccontino un segreto, dovete raccontarne uno prima voi.
Insomma, per fotografare qualcuno, fallo sentire importante. Per quello che indossa, per quello che guida, per quello che pensa.
Ricorda: il suo ego è una Reebok Pump. Tu, il suo gommista.